La sera del Mercoledì Santo si svolge la processione dei piccoli gruppi sacri, dette varicedde, le quali sono una riproduzione in scala ridotta delle sedici grandi vare del giovedì santo.
L’origine del corteo si fa risalire al ai primi del Novecento, quando la fede popolare delle corporazioni artigiane detentrici dei grandi gruppi statuari, viveva, attraverso la cerimonia del giovedì santo, il suo massimo splendore.
A restare esclusi, per la loro tenera età, a tale privilegio furono i garzuna di putìa (garzoni di bottega), ai più fortunati dei quali, in realtà, era concesso sfilare accanto al proprio maestro d’arte, sorreggendogli il cappello e lu finucchinu (bastone da passeggio).
La detta situazione, mal sopportata dai giovani lavoratori, fu la causa scatenante di un movimento di rivalsa verso la casta maestra, che sfociò nell’idea d’istituire una piccola processione a sé stante da quella del giovedì.
I primi simulacri realizzati in terracotta, si muovevano all’imbrunire, partendo dallo slargo dell’ex ospedale Fate bene fratelli, alla volta del centro della città dove percorrevano le stesse vie della processione del Giovedì Santo
Dopo un periodo di decadenza a partire dagli anni Venti del Novecento le prime Varicedde furono sostituite, poco alla volta, per mano degli artisti sancataldesi Giuseppe Emma e figlio e dal nisseno Salvatore Capizzi.
I piccoli gruppi scultorei, custoditi gelosamente delle famiglie proprietarie, la sera del Mercoledì Santo, accompagnate dalle meste note delle bande musicali e addobbati con fiori naturali, sfilano lungo le vie del centro storico.
Nel 1994 le famiglie proprietarie si riunirono nell'associazione Piccoli gruppi sacri, che ancora oggi gestisce l'intero rituale.
Le Varicedde, espressione di una fede semplice e familiare, costituisce un ritratto della collettività nissena, un tempo così profondamente impregnata dal corale senso di devozione.